L'esito delle ultime elezioni
amministrative merita qualche commento. Il dato politico più rilevante è dato
dal sorprendente flop del M5S che, pur avendo raddoppiato la sua rappresentanza
rispetto alle amministrative precedenti, non solo non ha mandato nessuno ai
ballottaggi, ma ha dimezzato i voti rispetto
alle recenti politiche.
Quali sono state le reazioni del
M5S a questo esito? Essenzialmente due. Marcello De Vito, candidato a Sindaco
di Roma (dove si svolgevano le elezioni numericamente più importanti), ha
affermato che gran parte dell'insuccesso va spiegato con il fatto che i media
hanno sostanzialmente ignorato il Movimento durante la campagna elettorale.
Grillo, con il consueto stile
colorito che usa e che troppo spesso sconfina nella violenza verbale, ci ha
invece spiegato che “sono stati commessi
errori, ma è l’ Italia peggiore (quella che “tiene famiglia”) che ha votato i
partiti tradizionali”, partiti che invece sono ormai da considerare morti. Apprendiamo
quindi che l’Italia buona è costituita dal 12% degli italiani (la percentuale
registrata dal M5S) e che la restante (purtroppo la stragrande maggioranza) è
fatta di, come dire, gentaglia?
L'affermazione del candidato
Sindaco ha davvero dello stupefacente. Ma come, dopo aver sempre snobbato i
mass media italiani e accusandoli di ogni misfatto, adesso vi lamentate che non
vi abbiano dato spazio adeguato nella
campagna elettorale? E in ogni caso spiegatemi come mai nella stessa identica
situazione (cioè di chiusura totale da parte del M5S nei confronti di stampa e
TV italiane) pochi mesi fa il Movimento abbia comunque riportato lo strepitoso
successo che sappiamo (più del 25% dei voti) diventando il primo partito.
L'affermazione di Grillo è
altrettanto stupefacente. Innanzitutto ammette solo vagamente di aver commesso
errori senza dire quali e poi praticamente insulta l'elettorato che in quanto
"tiene famiglia" vota ancora la vecchia partitocrazia. Ma come mai
molti di quelli che "tengono famiglia” avevano votato pochi mesi fa per il
Movimento e adesso no? C'è qualcosa che non quadra no?
Non sarebbe meglio fare una sana
critica sugli innumerevoli errori compiuti in questi mesi, pur in presenza di
condizioni estremamente favorevoli? E vediamoli allora questi errori.
1) Comportamento del M5S durante
il tentativo Bersani di formare un Governo. Chi ha votato per il Movimento
credo si aspettasse un uso costruttivo della consistente rappresentanza
parlamentare e non un rifiuto aprioristico verso tutto e tutti, per di più con
la puzza sotto il naso e con la paura di essere “contagiati” dalla vecchia
partitocrazia. Sarà anche vero che Bersani
abbia chiesto loro solo i voti per varare un governo di minoranza, ma
perché allora non condizionare strettamente il sì alla fiducia all’attuazione
di un pacchetto di iniziative
legislative di comune interesse (ce ne erano diverse nelle due piattaforme),
per poi mettere alla prova Bersani al quale
sarebbe stata immediatamente ritirata la fiducia se solo non avesse
rispettato i patti? Credo che un simile comportamento avrebbe rafforzato molto
il Movimento accreditandolo come forza responsabile di governo e nello stesso
tempo lo avrebbe favorito nelle eventuali elezioni anticipate. Ma non è stato
così. Perché?
Con il suo comportamento Grillo
ha solo favorito la nascita del Governo delle “larghe intese” che non credo sia
stato molto gradito da gran parte dei suoi elettori. Così si gioca allo sfascio!
Con la sua teoria “non si
collabora con questa partitocrazia”, Grillo si è cacciato in un vicolo cieco.
Vuole il potere da solo. A parte che
una ipotesi del genere fa venire i brividi,
il raggiungimento di questo obiettivo non sarà più così facile anche perché
con le prossime modifiche legislative avremo quanto meno un nuovo “porcellum”
elettorale che - grazie alle sollecitazioni svolte in tal senso dalla
Corte Costituzionale - avrà sicuramente una soglia minima (si parla del 40%)
per potere accedere al premio di maggioranza, soglia che il Movimento mi sembra
difficile possa raggiungere, specie alla luce di questo risultato nelle
amministrative che dà tanto il senso di un’onda lunga ormai in via di
inesorabile accorciamento.
2) E’’ stata mandata in
Parlamento una vera e propria Armata Brancaleone fatta di gente dalle incerte
competenze, traballante sul piano
culturale e in molti casi estremamente arrogante che crede di essere portatrice
dell’unico verbo possibile in politica. Basti, per tutti, ricordare quella insopportabile
Roberta Lombardi che, oltre a dare manifestazioni di ignoranza costituzionale e
non, ha dimostrato un’arroganza ineguagliabile. Non mi pare che la politica di
apparire “duri e puri” (ma la vicenda delle diarie lascia molti dubbi in
proposito…) abbia incontrato il favore degli italiani. Si può, anzi si deve
essere duri specie in questo momento politico, ma lo si può essere anche con
modi diversi. Si dirà che anche negli altri partiti non si brilla per
competenza e capacità, il tasso di ignoranza è molto elevato ecc. D’accordo. Ma
da un movimento che si candida a rivoluzionare (addirittura da solo) il sistema
ci aspettiamo, anzi pretendiamo, una
maggiore attenzione nella scelta dei candidati, di cui Grillo per primo non
conosce nulla né potrebbe.
3) Strategia della comunicazione.
La chiusura totale nei confronti dell’opinione pubblica attuata con
l’ostracismo a giornali e TV, se poteva andare bene (ed è andata bene) fino al
momento delle elezioni politiche, non va più bene adesso che i circa 150 eletti
del Movimento si trovano in Parlamento (la parola viene da parlare, dibattere,
ricordiamolo). E’ estremamente penoso osservare queste persone che cercano di
smarcarsi dai giornalisti che li inseguono per strappare loro qualche
dichiarazione, e vederli fuggire
spaventati per la paura di dire qualcosa che possa non essere condivisa dal
“capo”. Memorabile resta la c.d. “conferenza stampa” in cui non veniva
consentito ai giornalisti di porre domande (veramente un modo bizzarro di
concepire le conferenze-stampa). E del resto Grillo chiama i suoi eletti meri
“portavoce” del movimento, il che significa che devono essere soltanto dei
megafoni acritici delle linee decise “fuori” dal Parlamento dalla Premiata
Ditta Grillo-Casaleggio. E’ inutile dire che il rango di portavoce è contrario
all’art. 67 della Costituzione che
prevede che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue
funzioni senza vincolo di mandato”. Egli rappresenta quindi il Paese e non Grillo e
Casaleggio. Ma le sanno queste cose? Evidentemente la lettura della
Costituzione in aula (ricordate la protesta?) non è servita a nulla. Infine leggo
oggi che per quanto riguarda la comunicazione, Grillo comincerà presto a fare corsi di tv ai suoi a 15 per volta per
insegnare loro a come districarsi e guardarsi dalle “mille” trappole che
tendono i talk-show . Ridicolo.
4) La mancanza di una qualche
forma di strutturazione sul territorio rende ingestibile il rapporto tra elettori
e Movimento. La teoria che il futuro della politica è tutto nel web è una balla
colossale e per giunta pericolosa. Prima di tutto perché è impensabile che
problemi complessi come quelli che coinvolgono una nazione che è l’ottava
potenza industriale del mondo possano
essere risolti con un click. Non esiste nessuna nazione al mondo
governata in questo modo. Tutt’al più il web può essere utilizzato per attività
consultive (referendum ecc.) ma non decisionali. Il secondo motivo risiede
nell’ancora elevatissimo tasso di analfabetizzazione informatica della
popolazione italiana. Basti pensare che i candidati del M5S sono stati
designati, a quel che si sa, da circa 19
mila (!) votanti. E direi che si vede anche, guardandoli e ascoltandoli. Il terzo motivo è
rappresentato dai grandi rischi che presenta una votazione via internet in
termini di veridicità e affidabilità dei risultati, argomento questo su cui
sussistono enormi perplessità. Che garanzie offre la piattaforma informatica di
Casaleggio e, in generale, qualsiasi piattaforma del genere che fosse gestita
da un privato senza alcuna forma di controllo pubblico? Il presunto attacco
degli “hacker” che portò al rifacimento delle “quirinarie” fu davvero un
attacco o c’era qualcosa che non garbava sui risultati? Sono tutti
interrogativi questi che incidono sulla genuinità democratica della
teoria”grilliana”.
5) E’ ammissibile che la
comunicazione tra il “capo” che sta
fuori del Parlamento e i suoi eletti debba avvenire tramite telefono o in
occasione di apposite cene organizzate in qualche fiaschetteria frascatana? E’
l’unico esempio di un organismo politico che ha il capo “altrove” e in aula
deve essere gestito da personaggi come la Lombardi e Crimi. E a questo aggiungiamo anche la
rotazione trimestrale dei capigruppo e il casino sarà (ed è) totale. Mah!
6) Gestione più che autoritaria
del Movimento, vogliamo parlarne? Dal punto di vista socio-politico il
Movimento è un partito proprietario (guarda caso come quello Berlusconiano)
posseduto dalla coppia Grillo-Casaleggio che detengono il “marchio” (che
bruttissima parola questa in politica…). Altro aspetto che accomuna Grillo a
Berlusconi è l’idiosincrasia al dibattito reale, l’allergia al contraddittorio.
Assistiamo solo a monologhi torrentizi, per quanto suggestivi e molto spesso
divertenti data la natura di show-man di Grillo, in cui non c’è nessuno spazio per la critica.
E chi dissente è fuori dal Movimento. Quel processo intentato dal Movimento contro
un dissidente, trasmesso in streaming, mi ha dato davvero i brividi…Scene da
socialismo reale…
Questi sono alcuni degli errori
(ma posso anche sbagliarmi) che credo siano stati commessi dal M5S.
Chiudo qui,chiedendomi. Se fossi
stato un iscritto al Movimento (per il quale nonostante tutto ho una qualche
simpatia) avrei potuto dire tutte queste cose liberamente o mi sarei trovato
processato in streaming ed espulso all’istante? Voi che dite?
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