mercoledì 31 luglio 2013

Colte al volo - Due mi(se)rabili esempi di efficienza burocratica...




Una pensione a tempo di record....

Dopo 71 anni (leggasi settantuno), la Corte dei Conti della Toscana ha concesso la pensione di guerra a un soldato a cui sono state  riconosciute (dal 1942) alcune patologie  manifestatesi durante la Seconda guerra mondiale: l'uomo era difatti rimasto sfigurato a causa di una infezione virale contratta nelle trincee. Sfortunatamente nel frattempo l'interessato è morto da 23 anni e il risarcimento andrà agli eredi. La Corte dei Conti, riconoscendo che le patologie del fante furono dovute alle privazioni e alle caratteristiche del fronte di guerra, ha quindi stabilito il diritto degli eredi del fante ad accedere "dal 1942 al trattamento pensionistico di
guerra di VII^ categoria sino al decesso", "comprensivo di interessi e rivalutazione". Il conteggio esatto sarà fatto in sede di giudizio di ottemperanza.

Di fronte a casi come questi non si sa se ridere o piangere. E resta anche il sospetto (ma è solo la mia opinione) che alla base della sentenza ci sia stata un'accurata indagine circa l'esistenza in vita di altri fanti ai quali avrebbe potuto essere stata riconosciuta analoga patologia...

Licio Gelli non è più commendatore

In Gazzetta Ufficiale il segretariato della Presidenza della Repubblica annuncia di aver provveduto ad annotare le sentenze di condanna a carico di Licio Gelli, per un totale di 30 anni di reclusione, che comportano tra l'altro l'interdizione dai pubblici uffici e la perdita dell'onorificenza.

Non sappiamo da quanto tempo esattamente (e cioè da quale condanna tra le tante ottenute dal Venerabile) poteva scattare l'obbligo di procedere alla revoca dell'onorificenza di commendatore (concessagli nel lontano giugno 1966), ma sappiamo con certezza che la sua ultima condanna definitiva  risale al 1998 (concorso in  bancarotta fraudolenta nel Banco Ambrosiano). Ci sono voluti quindi "almeno" 13 anni per "annotare" (come amabilmente ci informa il segretariato della Presidenza della Repubblica) nel fascicolo del  Gelli le sentenze di condanna. Davvero un grande esempio di efficienza amministrativa e organizzativa!! E questo ovviamente non è l'unico esempio. Qualche mese fa un esemplare (come sempre)  servizio di Report si era appunto soffermato su questo problema denunciando - oltre i criteri poco trasparenti di concessione "a cascata" di simili onorificenze - anche l'esistenza di moltissimi altri casi in cui ci si dimentica di  fare le necessarie  "annotazioni", lasciando così, accanto a migliaia di persone oneste  giustamente insignite del titolo, esimi malfattori condannati in via definitiva.   Mi chiedo: ma esistono tempi e procedure che gli Uffici del Quirinale devono rispettare in materia? O viviamo davvero in un regime di monarchia assoluta per cui i doveri e le regole esistono solo per noi poveri sottoposti? E il nostro Presidente (o Monarca) non trova nulla da ridire su questo? Perchè tuona su ogni cosa ( a volte legittimamente a volte in modo più discutibile) e non trova il tempo per  rimproverare aspramente  i suoi uffici amministrativi (lautamente pagati da tutti noi sottoposti) che si macchiano di questi deplorevoli ritardi (sempre che si tratti davvero di ritardi...?
E giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, un'ultima osservazione. Tra le onorificenze conferite a Gelli, a quanto mi risulta, c'è anche quella di Grand'Ufficiale dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme,  un ordine cavalleresco cattolico, eretto dalla Santa Sede, dalla quale direttamente dipende ed avente personalità giuridica canonica e civile con privilegi nobiliari e titolarità ad personam di conte palatino, che nello Stato della Città del Vaticano dà diritto al titolo di N.H. (nobiluomo), alla precedenza e passo su tutti gli altri laici nei Palazzi Apostolici e negli edifici religiosi ed agli onori militari da parte della Guardia Svizzera e della Gendarmeria Vaticana
Ignoro se - nelle misteriose e paludate procedure vaticane - esistano e quali siano le modalità di revoca di tale titolo, ma con l'aria fresca che ormai spira da quelle parti, grazie a questo grande Papa Francesco, non sarebbe male conoscere se una revoca del genere sia stata fatta e, in caso contrario (come temo), se non sia il caso di provvedervi comunque (per Gelli e per altri casi) senza nascondersi dietro motivazioni formali (quale potrebbe essere quella che il Gelli è stato condannato dallo Stato italiano e non da un tribunale del Vaticano....), togliendo la qualifica di Nobil Uomo a una persona che, essendo stata condannata a 30 anni di reclusione complessiva, di nobile dovrebbe avere davvero poco. A meno che in Vaticano non si ragioni come Berlusconi e cioè che la magistratura italiana è composta solo di giudici comunisti....

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