Una pensione a tempo di record....
Dopo 71 anni (leggasi settantuno),
la Corte dei Conti della Toscana ha concesso la pensione di guerra a un soldato
a cui sono state riconosciute (dal 1942)
alcune patologie manifestatesi durante
la Seconda guerra mondiale: l'uomo era difatti rimasto sfigurato a causa di una
infezione virale contratta nelle trincee. Sfortunatamente nel frattempo
l'interessato è morto da 23 anni e il risarcimento andrà agli eredi. La Corte dei Conti, riconoscendo che le patologie
del fante furono dovute alle privazioni e alle caratteristiche del fronte di
guerra, ha quindi stabilito il diritto degli eredi del fante ad accedere
"dal 1942 al trattamento pensionistico di
guerra di VII^ categoria sino al
decesso", "comprensivo di interessi e rivalutazione". Il
conteggio esatto sarà fatto in sede di giudizio di ottemperanza.
Di fronte a casi
come questi non si sa se ridere o piangere. E resta anche il sospetto (ma è solo
la mia opinione) che alla base della sentenza ci sia stata un'accurata indagine
circa l'esistenza in vita di altri fanti ai quali avrebbe potuto essere stata riconosciuta
analoga patologia...
Licio Gelli non è più commendatore
In Gazzetta Ufficiale il segretariato della Presidenza della Repubblica annuncia di aver provveduto ad annotare le sentenze di condanna a carico di Licio Gelli, per un totale di 30 anni di reclusione, che comportano tra l'altro l'interdizione dai pubblici uffici e la perdita dell'onorificenza.
Non sappiamo da quanto tempo
esattamente (e cioè da quale condanna tra le tante ottenute dal Venerabile)
poteva scattare l'obbligo di procedere alla revoca dell'onorificenza di
commendatore (concessagli nel lontano giugno 1966), ma sappiamo con certezza
che la sua ultima condanna definitiva risale
al 1998 (concorso in bancarotta fraudolenta
nel Banco Ambrosiano). Ci sono voluti quindi "almeno" 13 anni per
"annotare" (come amabilmente ci informa il segretariato della
Presidenza della Repubblica) nel fascicolo del Gelli le sentenze di condanna. Davvero un grande
esempio di efficienza amministrativa e organizzativa!! E questo ovviamente non
è l'unico esempio. Qualche mese fa un esemplare (come sempre) servizio di Report si era appunto
soffermato su questo problema denunciando - oltre i criteri poco trasparenti di
concessione "a cascata" di simili onorificenze - anche l'esistenza di
moltissimi altri casi in cui ci si dimentica di fare le necessarie "annotazioni", lasciando così,
accanto a migliaia di persone oneste giustamente insignite del titolo, esimi
malfattori condannati in via definitiva. Mi
chiedo: ma esistono tempi e procedure che gli Uffici del Quirinale devono
rispettare in materia? O viviamo davvero in un regime di monarchia assoluta per
cui i doveri e le regole esistono solo per noi poveri sottoposti? E il nostro
Presidente (o Monarca) non trova nulla da ridire su questo? Perchè tuona su
ogni cosa ( a volte legittimamente a volte in modo più discutibile) e non trova
il tempo per rimproverare aspramente i suoi uffici amministrativi (lautamente
pagati da tutti noi sottoposti) che si macchiano di questi deplorevoli ritardi
(sempre che si tratti davvero di ritardi...?
E giusto per dare a Cesare quel
che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio, un'ultima osservazione. Tra le
onorificenze conferite a Gelli, a quanto mi risulta, c'è anche quella di Grand'Ufficiale
dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, un ordine cavalleresco
cattolico, eretto dalla Santa Sede, dalla
quale direttamente dipende ed avente personalità
giuridica canonica e civile con privilegi nobiliari e titolarità
ad personam di conte palatino,
che nello Stato
della Città del Vaticano dà diritto al titolo di N.H. (nobiluomo), alla precedenza e passo su
tutti gli altri laici nei Palazzi Apostolici e negli edifici religiosi ed agli
onori militari da parte della Guardia Svizzera e della Gendarmeria Vaticana.
Ignoro se - nelle misteriose e paludate procedure vaticane - esistano e quali
siano le modalità di revoca di tale titolo, ma con l'aria fresca che ormai
spira da quelle parti, grazie a questo grande Papa Francesco, non sarebbe male
conoscere se una revoca del genere sia stata fatta e, in caso contrario (come
temo), se non sia il caso di provvedervi comunque (per Gelli e per altri casi)
senza nascondersi dietro motivazioni formali (quale potrebbe essere quella che il
Gelli è stato condannato dallo Stato italiano e non da un tribunale del
Vaticano....), togliendo la qualifica di Nobil Uomo a una persona che, essendo
stata condannata a 30 anni di reclusione complessiva, di nobile dovrebbe avere
davvero poco. A meno che in Vaticano non si ragioni come Berlusconi e cioè che
la magistratura italiana è composta solo di giudici comunisti....
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