Confesso che di questi tempi mi è proprio difficile parlare di politica. La
pesante coltre di miasmi mefitici, stesa, con il concorso dell'uomo del
Colle, dal governo delle "larghe
intese" sul dibattito politico induce sempre più all'
"astensionismo", non solo dal voto, ma perfino dal parlar di
politica. La nausea è il senso che provo al solo pensare alla cosiddetta
politica italiana. Ma, facendo uno sforzo su me stesso, sento comunque il
bisogno di dire qualcosa: sono troppi i "fatti, "i non fatti" e "i
misfatti" accaduti in queste ultime
settimane.
Cominciamo dai "non fatti"
- Nessuna decisione è stata ancora presa in
merito a IMU e IVA, ma solo rinvii.
- Nessuna decisione sulla modifica della legge elettorale - che era la
prima cosa da fare - e che è stata invece
ricompresa nel calderone delle c.d. modifiche istituzionali che dovrebbero
essere rassegnate quanto prima (i tempi previsti sono infatti SOLO di 18 mesi e
nel frattempo il Governo potrebbe anche essere caduto e torneremmo così a
votare col porcellum).
- Non è stato abolito il finanziamento pubblico: è stata solo
presentata una legge truffa che lascerà quasi del tutto immutato, e che, forse
per la vergogna, non è ancora in fase approvazione del Parlamento. Non è stato dato nemmeno un piccolo segnale di
reale cambiamento in materia, rinunciando alla rata di luglio del finanziamento
vigente. Tutti zitti sotto coperta a incassare il maltolto, ad eccezione del
solo M5S che ha rinunciato a ogni finanziamento pubblico.
- Nulla è stato fatto in tema di
riduzione dei costi della politica. Anzi, qualche giorno fa "lor
signori" hanno approvato
un emendamento che consente ai sindaci di mantenere il doppio incarico in
Parlamento.
- Nulla è stato fatto (nè si
farà) per incidere sugli enormi sprechi della spesa pubblica. Quindi presto, se
si vuole fare
qualcosa di concreto per l'economia, avremo nuove tasse magari eufemisticamente
mascherate da parole come ristrutturazione, rimodulazione,
ridisegno ecc. ecc.
- Quasi nulla è stato fatto per un effettivo rilancio dell'economia, essendo
quel decreto c.d. "del fare" emanato dal Governo, poco più che un pannicello caldo che non produrrà significativi
effetti sulla disoccupazione specie giovanile.
- In compenso abbiamo un Ministro per lo sviluppo economico, tale
Zanonato, che non perde occasione per spargere pessimismo a un Paese già
pessimista di suo, senza proporre alcunchè nonostante che attraverso il suo Ministero passino (meglio
dire passerebbero) tutte le questioni più delicate dell'economia. Di pensare a
un piano industriale che rifondi e rilanci il nostro Paese che sta già morendo,
non c'è nemmeno l'ombra.
I "fatti" si riducono a
ben poca cosa:
- il rifinanziamento della cassa
integrazione guadagni, senza peraltro porre le premesse per un cambiamento del
sistema degli ammortizzatori sociali ormai indispensabile.
- l'orrendo disegno di legge sulla cosiddetta abolizione del
finanziamento pubblico dei partiti (decorrenza 2017, ricordiamolo) che è una solenne
presa in giro in quanto, secondo "lor signori" eliminando il
finanziamento diretto come ora e mettendolo invece a carico del 2 per mille derivante dal gettito delle
dichiarazioni di reddito, sparirebbe il carattere pubblico dei fondi destinati
ai partiti. Come se i soldi del 2 per mille non fossero soldi pubblici. Una
vera mascalzonata. Eppure Letta non perde occasione per autocompiacersi della
bravata.
- il decreto "del fare"
che fa poco e nulla e su cui ho espresso sopra il mio pensiero.
La non-azione governativa viene scandita dallo
stile di Letta (nipote), democristiano purosangue
senza avere peraltro le qualità dei migliori dorotei, che sopisce tutti i problemi, con tono monocorde e per niente
autorevole, stendendo chili di vaselina
sulle ormai ridotte capacità di sopportazione degli italiani.
D'altro canto, Berlusconi -
nonostante i suoi problemi giudiziari o forse a causa di questi - continua a
essere il dominus del governo e continua ad accreditarsi come statista
superiore alle questioni personali (sic!).
Del PD si sono ormai perse le
tracce, preso com'è dalle sue faide interne che mirano tra l'altro a "far
fuori" Renzi, che - come i sondaggi attestano - forse sarebbe l'unica
carta da giocare alle prossime elezioni. Ma proprio per questo, temo che il PD
sceglierà qualcun altro andando incontro all'ennesima sconfitta o, secondo la
terminologia bersaniana, a un'altra "non vittoria".
I "misfatti".
- Per fortuna c'è la Lega che ci
"rallegra". Ormai estinta come soggetto politico, per sopravvivere fa
ricorso all'unica arma che
le è rimasta e che forse è stata sempre il nucleo centrale della sua ideologia:
il razzismo sfrenato.
- La Ministra Kyenge (alla quale va tutta la mia solidarietà) viene
continuamente fatta oggetto di attacchi personali vergognosi. A quelli di
Borghezio, che con la sua "bestiale" dialettica ci ha umiliato in
Europa e a quelli dei numerosi
amministratori locali che mostrano i muscoli insultando la Kyenge in modo orrendo,
si è aggiunto ora il miserabile insulto di Calderoli (grande uomo delle
istituzioni, autore tra l'altro del memorabile "porcellum" che tanti
guai ci ha provocato), senza che ovviamente abbia avuto la sensibilità di
dimettersi dalla carica di Vice Presidente del Senato. Figurarsi se in Italia
si lascia una poltrona in nome della dignità. Tranquilli comunque, sono gli
ultimi fuochi della Lega.
- Il caso "kazako".
Qui siamo davvero al sublime kafkiano. Una indecente operazione di espulsione
di moglie e figlia di 6 anni di un dissidente/ricercato viene sostanzialmente condotta sul nostro
territorio da esponenti kazaki (l'ambasciatore in primis), con la nostra
polizia ai loro ordini. A parte alcuni particolari incredibili, come i ben 50
agenti impiegati per espellere due donne (che il dissidente/ricercato non fosse
con loro, lo sapevano già...), ci sono state violazioni di ogni tipo, menzogne,
un ruolo incerto della magistratura inquirente, ma sopratutto è emerso un altro
Ministro a sua insaputa, il Ministro dell'
Interno Alfano, che ha fatto il pesce in barile scaricando le responsabilità
dell'operazione su alcuni funzionari e dirigenti del Ministero e affermando di
non essere stato informato della cosa.
Tesi del tutto
incredibile alla luce anche delle dichiarazioni rilasciate dai medesimi funzionari
che hanno affermato di avere informato il Ministro (a sua insaputa) passo passo
della vicenda. Una figura davvero ignominiosa; e quand'anche fosse stato vero che
non era stato informato, avremmo a capo di uno dei Ministeri più importanti un personaggio di assoluta inadeguatezza al
ruolo. In entrambi i casi le dimissioni erano dovute.
Invece, la tesi
di Alfano è stata avallata (con enfasi
ed entusiasmo addirittura sospetti) dal Presidente del Consiglio e supportata
con notevole aggressività da Sua Maestà Napolitano, nonchè sostenuta dal PD ad
eccezione di qualche parlamentare che sarà presto espulso (Grillo docet...). E
così la mozione di sfiducia individuale presentata da SEL e M5S è stata respinta
a larghissima maggioranza. Insomma sull'altare delle "larghe intese"
si è consumata una vicenda che ci ha portato all'ennesima figuraccia
internazionale e all'ennesima sconfortante constatazione della nullità di certi
(troppi) politici.
Ma qual'era il movente reale di
questa indecente operazione? Semplice.
Il presidente kazako, sostanzialmente un dittatore notoriamente non rispettoso dei diritti umani,
aveva chiesto al carissimo amico
Berlusconi il favore di
"rapire" le due donne e mandarle in Kazakistan, al fine di avere
un'arma di ricatto nei confronti del dissidente/ricercato e costringerlo a rientrare nel suo paese. L'impresa
non poteva che essere coronata da successo visto che all'interno c'era
Alfano....
E così vissero tutti felici e
contenti.
2 commenti:
Tutto vero! Giudizi del tutto condivisibili!
Ma bisogna ricordare che questa situazione non è certo frutto di malasorte né tantomeno colpa della tanto odiata Merkel.
La gran parte di questi personaggi politici, di governo o di opposizione, sono stati selezionati dalle forze politiche votate dagli italiani e questo schifo di governo delle larghe intese rappresenta il frutto, avvelenato ma obbligato, della composizione parlamentare uscita dalle urne.
Quindi si può tranquillamente dire: chi è causa del suo mal pianga sé stesso!
Anch'io sono talmente nauseato che faccio fatica, in questi giorni, a parlare di politica e di quello che sta - o, se preferite, non sta - accadendo. Ce l'ho con tutti, questa volta anche più con il PD, che si sta scavando la fossa, con Napolitano nel ruolo di becchino.
La vicenda dell'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako merita, tuttavia, un ulteriore commento, al quale non mi posso sottrarre.
L'operazione compiuta sotto la regia dei kazaki è sconcertante; è altrettanto sconcertante che il Governo e quasi tutto il Parlamento abbia fatto finta di credere alle fandonie raccontate alle Camere dal ministro Alfano, che non so se sia meglio definire miserevole o miserabile; ma ancora più sconcertante è l'acceso e serioso didattito che si è sviluppato, non sulle mistificazioni propinate, senza vergogna, all'opinione pubblica, bensì sulle conseguenti ricadute in termini di responsabilità. Ho letto articoli di stampa e seguito in televisione diversi talk show in cui politici e giornalisti - di destra, di centro e di sinistra - hanno espresso preoccupazione per un Paese in mano alla burocrazia (il che, in parte, è vero, ma non certo in questo caso) e ai funzionari pubblici, che fanno quello che vogliono, in barba all'autorità politica. Ho sentito il redivivo Liguori, che ogni tanto ricompare sulla scena per vomitare qualche scemenza, inveire contro gli apparati ministeriali che comandano senza averne titolo ed esclamare: " Se questi funzionari vogliono governare ( riferendosi, immagino, al povero Procaccini), si facciano eleggere dal popolo!".
Tutti, quindi, contro la famigerata burocrazia, che normalmente si connota per il fatto di avere più potere che responsabilità (proprio perchè "coperta" dall'autorità politica), laddove tutti coloro che hanno preso parte all'operazione non hanno esercitato alcun potere (pendendo dalle labbra dei kazaki e di chi li ha "raccomandati", rimasto accuratamente dietro le quinte),ma si sono visti addossare tutte le responsabilità.
Povero Paese nelle mani di questa gentaglia, inetta, arrogante e spietatamente cinica.
Il capo gruppo del M5S al Senato,pur non essndo un estimatore di Craxi, ne ha ricordato, per comparazione, la dignitosa fermezza con cui si oppose agli alleati americani su una questione riguardante la base militare di Sigonella.
Craxi non è mai stato nelle mie grazie, così come la classe politica dell'epoca, pur riconoscendone, oggi, la diversa statura rispetto a quella attuale.
Forse, il confronto fra le due vicende ci aiuta a capire meglio come è ridotto il nostro Paese. Nella tanto vituperata Prima Repubblica, abbiamo mostrato i muscoli nientemeno che agli americani; nella Seconda, ai kazaki abbiamo mostrato le chiappe.
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